Paola Gambini
Paola ed io in comune non abbiamo solo il nome, siamo anche nate lo stesso giorno di gennaio. Ho conosciuto Paola tanti anni fa a Bologna in occasione di un colloquio in cui lei era la datrice di lavoro. Poi quella cosa non ebbe seguito per motivi logistici, ma tra noi è nata una bella amicizia che dura tutt’ora. Ricordo che di primo acchito mi aveva colpito molto il suo aspetto un po’ severo, ma poi, guardandola oltre i suoi grandi ed espressivi occhi neri, la dolcezza trapelava.
E Paola è proprio così, una donna forte e sensibile.
Con tenacia e professionalità porta avanti con successo la propria agenzia immobiliare a Bologna, infatti “Paola Gambini Immobiliare” propone un’ampia e altamente selezionata offerta nel settore residenziale e commerciale. Sempre attenta all’evoluzione dei business, Paola ha da poco trasferito la sede della sua agenzia in Copernico, sotto le due torri, in via Rizzoli. In uno spazio di 3.500 mq su due piani, Copernico comprende uffici, coworking, sale meeting, aree break e una splendida terrazza panoramica al quinto piano con vista sulle due torri e sulla città, dove poter promuovere ed elaborare strategie vincenti insieme ai clienti, magari sorseggiando un cocktail.

Per Paola nel 2011 inizia un’altra avventura impegnativa e sfidante, il rilancio di un marchio del made in Italy con oltre 100 anni di storia: la GERMANO GAMBINI Eyewear. Germano Gambini, papà di Paola dopo una carriera sportiva nel Basket, entra nella gestione dell’attività di famiglia ed è fra i primi a diffondere in Italia le lenti a contatto. Ma non basta, con la nascita del prêt à porter negli anni ‘70 intuisce l’importanza dell’eyewear come complemento di moda. Designer innovativo e dotato di straordinaria creatività, eclettico e affascinante, precursore nella ricerca e nelle tendenze, propone occhiali di qualità in cui la follia del colore si fonde con linee semplici e pulite. Collabora a lungo con Pierre Cardin e in seguito con stilisti famosi, come Ferrè, Trussardi e Coveri. Paola ha saputo raccogliere dal padre l’eredità umana e professionale avviando un’azione di valorizzazione del brand in un mercato profondamente cambiato, complesso, competitivo e globale, mantenendo la fedeltà assoluta alla qualità artigianale e al made in Italy.

Se non si è ancora capito, apprezzo molto Paola ed è questo che mi spinge a proporle le mie…
DIECI DOMANDE
Ciao Paola, qual è per te “il bello” della tua professione di agente immobiliare? Mettersi sempre in gioco, fare attenzione ai bisogni dei clienti, curare anche i piccoli particolari, dare soluzioni.
Come sei arrivata a fare l’agente immobiliare? Ho lavorato nella Virtus Pallacanestro nella gestione Alfredo Cazzola dal 1991 al 2001, dove oltre a gestire la pubblicità degli sponsor e la foresteria dei giovani, mi occupavo della sistemazione dei giocatori italiani e stranieri di serie A che arrivavano da tutto il mondo, cercando gli alloggi in affitto per loro. Contattavo gli agenti immobiliari, e molte persone mi dicevano che avrei dovuto fare quel lavoro, perché a parer loro mi muovevo bene in quelle situazioni. Nel 2004 un’agente immobiliare mi chiamò per chiedermi di lavorare con lei, aprimmo un ufficio, feci il corso per agenti immobiliari e da quel momento diventò il mio lavoro. Conoscere tante persone, avere voglia di migliorarsi quotidianamente e l’entusiasmo che ho per tutto quello che faccio, mi ha aiutata molto.
Quali cambiamenti prevedi nel mercato immobiliare a seguito del Covid19? Per chi ce la fa, acquistare casa oggi è una soluzione che dà sicurezza, e in questo momento chiunque ha bisogno di sentirsi al sicuro; la casa spesso dà questa sensazione, sia perché diventa una proprietà che in futuro si potrà anche rivendere, sia perché intesa come rifugio. Prevedo quindi un aumento di vendite, e quando ci sono i mezzi, magari con uno spazio in più per un eventuale studio per lavorare da casa, e uno spazio aperto come un terrazzo o un giardino.
Tu hai provveduto al rilancio dell’azienda di famiglia, qual è l’eredità che tuo padre ti ha lasciato e che tu hai voluto mantenere? Gusto, entusiasmo per il lavoro, emozione per i rapporti umani, creare cose belle per gli altri, non stancarsi mai di pensare.
Quali sono stati i fattori chiave sui quali hai voluto puntare per il rilancio del brand? Fare tutto quello che avrebbe fatto Germano Gambini con i tempi e i gusti attuali; in tantissimi si ricordano di lui come un uomo eccezionale, e visto che oggi non c’è più, che si possa continuare a parlare di lui… Amava troppo i suoi occhiali e le sue creature, per lasciarle andare!
Quali difficoltà si incontrano ad essere donna imprenditrice oggi? Essere donna oggi non è molto diverso da ieri. I pregiudizi sono gli stessi, e l’uguaglianza è molto nelle parole, ma poco nei fatti. Bisogna lavorare duro e spesso a muso duro, per conquistarsi rispetto.
E per quanto riguarda il settore della moda, quali pensi saranno i trend del futuro? Le persone hanno voglia di cose belle e l’acquisto rende felici, anche se per poco. Bisogna essere bravi a fare cose belle facendo sognare ed emozionare le persone.
Come riesci a conciliare due attività così impegnative, quali l’agente immobiliare e l’imprenditrice? Il lavoro di agente immobiliare è un’attività meravigliosa, dove i clienti pensano che tu sia disponibile 24 ore su 24. Ti chiamano quando loro non lavorano, anche all’ora di pranzo e di sabato, in questo modo dalle 9 alle 20, senza sosta. Non riesco a dire di no se un cliente mi cerca. Il fatto che riponga fiducia in me, è sufficiente per farmi trovare sempre pronta.Per fare l’imprenditrice devi essere lucida mentre prendi decisioni importanti, e non ti puoi permettere di essere stanca; in ufficio a Bologna ho una bravissima collaboratrice che mi sostituisce quando non ci sono, e nel team Gambini c’è una bravissima designer, Marianna Pellino, che contribuisce a far crescere ogni giorno l’immagine del brand disegnando occhiali all’avanguardia e organizzando campagne pubblicitarie fantastiche.
Qual è la tua immagine di Bologna? Divertimento, libertà e tanta cultura. Ottimo cibo, se sai scegliere in tantissima mediocrità.
Ti piace viaggiare? E se sì, cosa non manca mai nella tua valigia? Adoro viaggiare, ogni volta che ritorno da fuori mi chiedo come mai io non lo faccia più spesso. Nella mia valigia non mancano mai un libro, il phon e qualche paio di scarpe di troppo.