Quattro fratelli, tre brand e tanta passione

Dal 4 maggio l’azienda ha riaperto tutte le unità produttive dopo un lockdown comunque attivo, che ha lasciato tempo e spazio a una rivisitazione dei valori interni ed esterni all’azienda e ad una nuova fase progettuale, per tutti e tre i brand del Gruppo: Euromobil, Zalf e Désirée. Uffici domestici da allestire con facilità anche all’interno della cucina – così come stanno progettando i designer del brand dedicato alle cucine Euromobil – fino a librerie che diventano scrittoi, come nel progetto di Zalf chiamato “SpaceMakers-Home and Night Systems”. Tra le tante idee, anche quella di organizzare nella zona living aree di video-conversazione coniugando comfort e funzionalità tecnologica, per potersi collegare con la famiglia o con i colleghi di lavoro per esempio, ma anche spazi multifunzionali, work corner e aree comfort, sempre nel nome del design Made in Italy.

Da una piccola impresa prende il via nel 1972 un’avventura emozionante ed incredibile che oggi è la realtà del Gruppo Euromobil: una delle più importanti realtà industriali italiane del settore arredo e design, conosciuta anche a livello internazionale. Il Gruppo è costituito da tre business unit: Désirée per imbottiti, complementi e tappeti, Euromobil per le cucine, Zalf per l’arredo di spazi ad uso ufficio e l’arredo young. La società ha tre siti produttivi situati nel trevigiano per una superficie complessiva di 175.000 mq di cui 70.000 coperti. Gli addetti che lavorano all’interno del Gruppo per creare sistemi e collezioni di arredo eco-friendly sono 230. Esportazioni in tutto il mondo, fra gli altri Europa, India, Cina, Stati Uniti, Giappone, Russia e Corea. Questo il ritratto di un’azienda contemporanea ed un esempio di made in Italy al 100%.

Al raggiungimento di questo risultato, hanno contribuito anche le idee dei numerosi progettisti, architetti e designer di fama internazionale che collaborano con il Gruppo, fra cui Marc Sadler, lo Studio Matteo Thun e Antonio Rodriguez, Setsu&Shinobu Ito, Jai Jalan, oltre a Roberto Gobbo, che da anni lega la sua firma in esclusiva al Gruppo Euromobil. L’azienda trevigiana nel corso degli anni si è aggiudicata importanti commesse: nel 2015 ad Euro Milano è stata selezionata per fornire gli arredi per gli spazi domestici del Villaggio Expo di Cascina Merlata, un progetto di housing sociale che ha visto la realizzazione di 7 torri, 397 appartamenti, 1.334 posti letto per un totale di 64.000 mq abitativi. Nel 2016 è stata scelta dall’Università Bocconi per arredare il nuovo edificio adibito a residenza per gli studenti e nel 2019 ha firmato la selezione dei 400 appartamenti per l’innovativo Segrate Village.

Due i flagship store aperti nell’ultimo biennio: il primo nel 2019 a marchio Désirée a Guadalajara in Messico e, il più recente a marchio Euromobil Cucine, a Milano, nel cuore del distretto del design meneghino. Il progetto, realizzato dallo studio Matteo Thun&Antonio Rodriguez vuole essere “a new place for a new era”, non solo uno spazio espositivo quindi, ma anche un hub, un punto d’incontro per iniziative culturali e show-cooking.

Il Gruppo Euromobil rappresenta da anni anche un vero e proprio fenomeno, pressoché unico in Italia, di moderno mecenatismo, promuovendo una forma di adozione culturale evidentemente non riconducibile a finalità commerciali. Un’avventura iniziata proprio nel trevigiano con l’organizzazione di esposizioni e mostre, che si è poi estesa ad altre regioni d’Italia e all’estero, prendendosi a cuore anche artisti contemporanei che a volte vivono la difficoltà di farsi apprezzare dal grande pubblico. Numerosi sono i progetti culturali sostenuti dai fratelli Lucchetta, veri appassionati d’arte, oltre 500 mostre nei musei più importanti del mondo, tra i quali, il Louvre e il museo d’Orsay a Parigi, l’Hermitage a San Pietroburgo e il Guggenheim a Bilbao. Da ultimo, nel 2020 la collaborazione con l’artista austriaco Jorrit Tornquist. Dal 2007 il Gruppo Euromobil è Main Sponsor di “Arte Fiera” di Bologna, uno tra gli appuntamenti internazionali più importanti dedicati all’arte. 

Frequentare il mondo dell’arte e gli artisti, lo stare insieme a loro, ci insegna a guardare avanti verso nuovi orizzonti sconosciuti al mondo dell’industria. Integrare l’arte con l’industria rende diverso il nostro modo di essere azienda e fa crescere culturalmente tutte le persone che vi sono collegate. L’arte allena l’occhio al bello e ci rende sereni, ci fa vivere il nostro tempo in modo diverso“. Gaspare Lucchetta, A.D Gruppo Euromobil.

DIECI DOMANDE

Buongiorno. Prendendo spunto da questa ultima frase di Gaspare Lucchetta: “integrare l’arte con l’industria rende diverso il nostro modo di essere azienda”, in che modo ciò trova realizzazione nella vostra azienda? L’arte apre la mente. Frequentare artisti, conoscere il loro pensiero e sperimentare la loro creatività sono esercizi mentali che aiutano a capire meglio il mondo in cui viviamo, a prevederne l’evoluzione. Attraverso l’arte ognuno di noi può fare il proprio lavoro in maniera più attiva e consapevole. Se ci si orienta all’arte facendola entrare in azienda, si crea un circolo virtuoso di contaminazione, in una mescolanza continua tra stimolo e azione. Tutti i mestieri e tutte le discipline possono godere di questa musa ispiratrice per esprimersi al meglio, perché le forme d’arte sono alla base di tantissime attività, non solo quelle apparentemente più vicine. Certamente il design, che rispetto all’arte deve avere in sé l’aspetto della funzionalità, le è molto affine, quindi per Gruppo Euromobil è una commistione naturale. 

Quattro fratelli, quattro personalità. Come si riesce a conciliare caratteri diversi e a superare eventuali divergenze di pensiero? Siamo un monolite. Come spesso accade per le generazioni del Dopoguerra, e in particolare del tessuto produttivo del Nord-Est italiano, le famiglie sono cresciute molto unite, grazie anche all’educazione ricevuta. Diverse generazioni, che però hanno imparato a confrontarsi per trovare sempre una sintesi che possa soddisfare tutti. 

Cosa vi ha spinto ad aprire a Milano il primo flagship store Euromobil, spazio espositivo e luogo d’incontro per iniziative culturali? L’apertura di questo flagship store è fondamentale e strategica: il negozio si propone come piattaforma commerciale nel cuore storico della capitale economica italiana e culla del design mondiale, punto di riferimento di prestigio. All’interno dello store è esposta una selezione significativa di cucine – come SEI, Telero e Antis – con differenti finiture e diverse versioni oltre ad uno spazio interamente dedicato al progetto della cucina denominato “kitchen tech”. La scenografia è arricchita dalla sapiente aggiunta di arredi degli altri brand del marchio, Désirée e Zalf.

Total Home Design, un progetto di arredo coordinato e distintivo, possibile grazie all’integrazione dei prodotti dei vostri brand, Euromobil cucine, Zalf mobili e Desirée divani. Da quali considerazioni ha preso avvio l’idea? Total Home Design nasce per dare un’identità coordinata all’arredo di tutte le aree della casa con sistemi integrabili tra loro. È l’espressione della filosofia di lavoro di Gruppo Euromobil, ovvero spazi arredati in modo estremamente connesso tra loro, armonico e coordinato, così da creare un unico filo conduttore all’interno dell’abitazione. Grazie alle soluzioni progettate e prodotte dalle tre aziende del Gruppo la casa assume uno stile coerente, dove i singoli ambienti si uniscono idealmente, rispecchiando il gusto personale di chi vi abita. Un altro interessante progetto è “Re-design kitchen atmosphere” con cui Euromobil cucine fa rivivere alcune delle sue cucine più significative. Un’evoluzione del concetto originale di “Kitchen Atmosphere”, la filosofia con cui l’azienda si è distinta per la capacità di progettare gli arredi affinché creino negli spazi domestici la giusta atmosfera per nutrire corpo e anima. 

Tra design e prezzo c’è un legame strettissimo. Quanto macchinari e tecniche d’avanguardia possono concorrere ad abbassare i costi di produzione? Gruppo Euromobil negli anni è riuscito a costruire una logica di sistema che mantiene due valori fondamentali: il controllo della qualità, esercitato direttamente all’interno dell’azienda, e il concetto di flessibilità-variazione, ovvero l’industrializzazione ovvero la produzione just in time. La produzione si fonda sulla cultura della ricerca e del progetto come storia creativa di opportunità di crescita per il futuro. Affidabilità, cura del dettaglio, materiali ecosostenibili sono gli ingredienti essenziali dei nostri progetti. L’ottimizzazione del prodotto industriale d’arredamento è ciò che ci consente di conseguire il più equilibrato rapporto qualità/prezzo.

Secondo voi, come sta cambiando oggi il concetto di casa? La casa oggi non è più statica, cambia continuamente. Sotto il profilo distributivo è cambiata la suddivisione delle stanze, che spesso nemmeno c’è. Per questo abbiamo coniato i sistemi di arredo che generano spazio come SpaceMakers e KabinSpace. Sul piano sociologico, poi, la casa sta diventando sempre più un nido. La pandemia le ha ridato la funzione di rifugio, per sé e per la propria famiglia. Il lockdown ci ha portati a volerla più accogliente e funzionale, scegliendo arredi che ne migliorino la fruibilità e il comfort. 

Pensate che in futuro anche in Italia il co-housing o altre nuove soluzioni abitative possano diventare una risposta alle esigenze di economicità e sostenibilità? In un momento storico in cui la prossimità è un fattore di rischio, riteniamo che il co-housing non sia la soluzione più appetibile, anzi, addirittura spesso è necessario creare distanziamento tra gli stessi membri della medesima famiglia. Se fino a pochi mesi fa vedevamo la globalizzazione come una panacea, la pandemia ci ha fatto capire quanto l’indipendenza sia fondamentale per riuscire a soddisfare i propri bisogni senza dipendere da altri. Certo, come sempre la soluzione sta nel mezzo: come disse Orazio “Est modus in rebus”.  

Le forniture internazionali rappresentano per il Gruppo Euromobil uno scenario importante. Quali sono le principali differenze tra il mercato interno e il mercato estero? E come state affrontando le attuali difficoltà legate all’esportazione? I mercati internazionali sono strategici per le aziende del nostro Gruppo poiché permettono una duplice opportunità di vendita: nel canale retail (punti vendita specializzati) e nel canale delle forniture contract. Il gruppo Euromobil riesce a soddisfare le richieste sia del singolo prodotto che del progetto complessivo d’arredo. I mercati esteri sono tendenzialmente più sensibili a soluzioni sofisticate e personalizzate unitamente a finiture luxury, poiché ricercano nel prodotto Made in Italy valori estetici e qualitativi di alto livello. In questa fase di distanziamento obbligato manteniamo i contatti con i nostri dealers esteri sfruttando tutte le opportunità che la tecnologia ci mette a disposizione (webinar, strumenti di vendita digitali, virtual tour etc….).

Un tema che so starvi particolarmente a cuore è l’importanza di investire in sostenibilità ambientale. Quali sono le iniziative intraprese a tale scopo? Gruppo Euromobil si impegna da anni nel progettare e produrre mobili nel rispetto dell’ambiente. Nel tempo si sono instaurate e consolidate collaborazioni con fornitori di materiali ecosostenibili come il FENIX, il Respet®, le vernici all’acqua. Inoltre, per ridurre al minimo le emissioni e tutelare l’ambiente, tutti gli imballi (polistirolo, cartone e termoretraibile) sono riciclabili al 100%. Ma soprattutto, nel 2020 è stato installato sullo stabilimento di Zalf un impianto fotovoltaico di nuova generazione. Zalf ha deciso di investire sul green ottimizzando le performance energetiche per ridurre i consumi. 

In cosa bisogna concentrarsi per superare una crisi e mantenere un trend di sviluppo positivo? Tre parole: lavoro, lavoro e lavoro. Ovviamente, però, visto come cambiano velocemente le cose, serve anche una buona capacità di reggere i ritmi e saper leggere le novità, interpretandole e, ancor meglio, anticipandole. Di nuovo ci viene in aiuto il concetto di arte, che aprendoci le menti ci insegna a comprendere ciò che ci sta intorno e a mantenere la mente elastica. Questo ci aiuta a saper essere sempre attuali, al passo con i tempi. Se così non fosse, si cadrebbe nel tecnicismo: spesso si tende a imparare una tecnica a discapito delle discipline umanistiche, considerate meno funzionali, ma la sola tecnica è limitata, perché una volta che viene superata da una nuova tecnologia, non si avranno le risorse per rimettersi in gioco.  

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