“Niuna cosa maggiormente dimostra la grandezza e la potenza dell’umano intelletto, né l’altezza e nobiltà dell’uomo, che il poter l’uomo conoscere e interamente comprendere e fortemente sentire la sua piccolezza”. Giacomo Leopardi
La notizia che il Comune di Anguillara Veneta, paesino di 4 mila abitanti della bassa padovana voglia concedere la cittadinanza onoraria al Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, mi ha sconcertata. In Brasile, Jair Bolsonaro è accusato di “omicidio di massa”. A lui vengono imputate scelte devastanti come l’assalto all’Amazzonia e ai suoi popoli indigeni e una gestione incosciente della pandemia di Covid-19. Non solo, riguardo agli omossessuali resta nella memoria la sua frase “meglio un figlio morto che gay”, recentemente ha bloccato la distribuzione di assorbenti gratuiti alle donne in difficoltà e in un ultimo suo video ha sostenuto che i vaccinati sono più esposti al rischio Aids.
Denuncia contro il governo di Bolsonaro e grido d’allarme contro la distruzione della foresta amazzonica è l’esposizione di Sebastião Salgado in corso al Museo Maxxi di Roma. Giovanna Melandri, Presidente del Museo, inaugurando la mostra l’ha definita “un manifesto politico” con lo scopo di scuotere le coscienze e ricordare come la Terra sia una risorsa tanto preziosa quanto fragile.
Entrare al Museo Maxxi di Roma per vedere questa mostra fotografica è come aprire una porta e trovarsi nel mezzo della foresta più pluviale del pianeta. È iniziare un viaggio trasportati da immagini in bianco e nero che si susseguono nell’ombra, come in una spedizione nella giungla. “Ho voluto ricreare un ambiente in cui il visitatore si sentisse circondato dalla foresta e potesse immergersi nella sua vegetazione lussureggiante, così come nella vita quotidiana delle popolazioni indigene”, ha dichiarato Sebastião Salgado. E, aggiunge Lélia Wanick Salgado, compagna di vita di Salgado nonché curatrice della mostra e direttrice insieme a lui dell’agenzia di stampa fotografica Amazonas Images, “ho sognato l’allestimento fatto in questo modo, e così l’ho realizzato. Sono molte immagini, e non era semplice far emergere tutta la potenza di un tema che ci sta così a cuore. Ho fatto in modo che i visitatori entrassero nella foresta, incontrandone gli abitanti, e che fossero accolti nelle loro case. Anche grazie all’esigua illuminazione la luce sembra emergere dalle fotografie, e la foresta risulta viva”.
“Affinché la vita e la natura sfuggano alla distruzione e alla depredazione, spetta ad ogni essere umano sul pianeta prendere parte alla sua tutela”.(S.Salgado)
Per sei anni Sebastião Salgado ha viaggiato nell’Amazzonia brasiliana, fotografando la foresta, i fiumi, le montagne e le persone che vi abitano. Ha esplorato una regione dell’Amazzonia per lo più ancora ignota e che, con la cultura e l’ingegno dei suoi abitanti e l’ineguagliabile bellezza della natura, non ha mai smesso di darci insegnamenti e di stupirci. Grazie all’impenetrabilità della foresta, per secoli alcuni gruppi etnici sono riusciti a preservare il loro tradizionale stile di vita. Oggi, però, questi gruppi e la foresta sono seriamente minacciati. Le immagini vogliono essere la testimonianza di ciò che resta, prima che possa scomparire.
La mostra è divisa in due parti: una dedicata all’ambiente e ai paesaggi e l’altra ai popoli indigeni. La sezione paesaggistica comprende panoramiche sulla foresta, con l’Amazzonia vista dall’alto, immagini sulle montagne e sulla forza delle piogge e delle tempeste tropicali; una parte è dedicata anche ai rios voadores, grandi quantità di vapore acqueo che si mettono in movimento.
Sulle popolazioni indigene, Salgado ritrae popoli come gli Awá-Guajá, considerata la tribù più minacciata del pianeta, gli Yawanawá, che riconquistarono il controllo delle loro terre e la diffusione della loro cultura e i Korubo, che non hanno avuto contatti con il mondo esterno fino ad una spedizione, di cui il fotografo fece parte nel 2017. Il viaggio è accompagnato dalla musica, composta appositamente per Amazônia, del francese Jean-Michel Jarre, uno dei pionieri della musica elettronica.